Legnano

Vestizione, Gioele Asquini dice pubblicamente il suo primo "sì" alla Chiesa FOTO

Il 30enne racconta: "È stato molto emozionante e anche mia mamma, che non è credente, ha pianto finalmente lacrime di gioia".

Vestizione, Gioele Asquini dice pubblicamente il suo primo "sì" alla Chiesa FOTO
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Vestizione, il seminarista legnanese Gioele Asquini dice pubblicamente il suo primo "sì" alla Chiesa.

Vestizione, quel "Sì, lo voglio" che segna il primo passo "pubblico" verso il sacerdozio

«Lo voglio». Con queste parole, il 30enne ha pronunciato pubblicamente il suo primo «sì» davanti alla Chiesa. Martedì 8 settembre il giovane era tra i 19 seminaristi che nel Duomo di Milano hanno vissuto il rito dell’ammissione tra i candidati agli ordini sacri. Una celebrazione nota anche come vestizione, in quanto in questa giornata, per la prima volta, i seminaristi si presentano davanti all’arcivescovo e alla Diocesi indossando l’abito talare e la cotta.

"Un momento molto desiderato: sento forte la responsabilità del ruolo che mi è stato affidato"

Gioele, cresciuto all’oratorio San Paolo, entrato in seminario a 27 anni, racconta: «La scelta del giorno non è casuale: martedì era la natività di Maria, festa della nostra Diocesi. Come a dire: tutta la Chiesa di Milano accompagna queste persone verso il sacerdozio. Il rito si svolge durante la Messa e consta di una parte molto importante, dove i candidati, quando viene pronunciato il loro nome, si alzano dicendo “Eccomi”, a significare la loro presentazione alla Chiesa e la loro disponibilità; poi ci sono le due promesse al vescovo di impegno ad andare avanti in questo cammino con libertà e piena fiducia nella Chiesa. È la chiesa che ci sta chiamando tra i celibi a essere futuri sacerdoti, noi diciamo “Sì lo voglio” per due volte: è stato un passo molto emozionante e desiderato, ma sono anche consapevole che un po’ mi sento inadeguato in questo ruolo. Da martedì vado in giro con il clergy (l'abito sacerdotale, composto da pantaloni e giacca scuri e camicia con collarino bianco) o, durante le celebrazioni, con la talare e la cotta: con questo mio modo di vestire rappresento la Chiesa. Sento forte la responsabilità di questo ruolo che mi è stato affidato».

Per l'ordinazione dovrà attendere il 2024: "Un passo alla volta per evitare di inciampare"

Prima di poter essere ordinato sacerdote, Gioele dovrà studiare per altri quattro anni. «Guardo al 2024 con trepidazione, ma non ho fretta: è un percorso che sono entusiasta di intraprendere e fare un passo alla volta è più che sufficiente per evitare di inciampare».

La gioia non scontata della madre: "Aveva altre aspettative per me"

La gioia più grande? «Vedere mia mamma finalmente felice. Per lei, che non è credente, all’inizio non è stato facile accettare la mia scelta: ero fidanzato, lei si vedeva già nonna, aveva altre aspettative per me. Martedì invece si è commossa e mi ha detto: finalmente le mie sono lacrime di gioia».

 

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