Ora arriva il metal detector

Primo weekend di caccia al meteorite in Toscana, ma di “kriptonite” niente...

50 volontari si sono messi sulle tracce della roccia spaziale: da trovare pochi centimetri di diametro su un territorio di dieci chilometri di lunghezza e uno di larghezza.

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Sguardo fisso a terra e occhi ben aperti per individuare qualsiasi oggetto piccolo, smussato e di colore nero che si trovi sul terreno. E' partita ufficialmente la caccia al frammento di meteorite caduto in Toscana nella notte del primo di ottobre 2021. Cinquanta in totale sono gli esperti e i volontari che si sono messi sulle sue tracce. L'obiettivo è chiaro, ma di difficile attuazione: bisogna trova una roccia spaziale di pochi centimetri su un territorio di dieci chilometri di lunghezza e uno di larghezza. Il primo weekend di ricerche è stato infruttuoso, ma ora scenderà in campo un'arma in più: il metal detector.

Partita la caccia al meteorite caduto in Toscana

E' partita ufficialmente la caccia al meteorite. Come raccontato da Prima Pistoia, nel corso dell'ultimo weekend, ben 50 persone, tra esperti e volontari, si sono messi sulle tracce del frammento di roccia spaziale caduto in Toscana nella notte del primo ottobre 2021.

IL VIDEO:

Ad accompagnarli, come sempre, il direttore del Museo di Scienze Planetarie Marco Morelli e Giovanni Pratesi, del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, insieme al ricercatore Tiberio Cuppone e a seguirli le telecamere del TG1 con Giulia Serenelli e di SkyTg24 con Chiara Caleo.

L'obiettivo della ricerca è chiaro: si tratta di un meteorite di pochi centimetri di diametro, di colore nero intenso e con un peso compreso tra i 30 e i 100 grammi. Reperire il "tesoro" spaziale, invece, è molto più arduo: il frammento di roccia è caduto nell'area fra Oste di Montemurlo e Lucciano, un territorio di dieci chilometri di lunghezza e uno di larghezza. Quasi come cercare un ago in un pagliaio.

Come trovare un ago in un pagliaio

E infatti il primo weekend di ricerche si è concluso senza esito. Troppo ampio il territorio da indagare per individuare l'inafferrabile meteorite. Nessuno, tuttavia, si perde d’animo. Sabato e domenica prossimi si ricomincia, sempre con l’aiuto dei gruppi astrofili di Montelupo, Prato e San Marcello e anche con l’apporto prezioso dell’associazione nazionale SOS Metal Detector.

"Non è detto che la meteorite che cerchiamo sia ferrosa, alcune non contengono affatto metalli – spiegano Morelli e Pratesi – Ma come è sempre stato ribadito l’aiuto di tutti è prezioso. I volontari riprenderanno le ricerche battendo palmo a palmo le frazioni La Ferruccia, Sant’Antonio, Vignole, Olmi, Valenzatico, Case Ferretti fino a Lucciano, ma ognuno può controllare intorno casa".

E chi lo trova cosa fa?

Intanto al Museo di Scienze Planetarie cominciano ad arrivare segnalazioni e foto di “ritrovamenti”, anche completamente fuori dalla zona di probabile caduta. Qualcuno ha chiamato da Pistoia, qualcuno da Figline di Prato e una telefonata è arrivata addirittura dalla Basilicata.

“Purtroppo nessuno dei campioni è una meteorite – commenta Daniela Faggi, geologa conservatrice del Museo di Scienze Planetarie, che vanta la collezione più importante d’Italia composta da 1.600 pezzi – Per lo più si tratta di frammenti di serpentinite del Monteferrato, una roccia verde molto scuro che può trarre in inganno”.

Sulle tracce della roccia spaziale non si sono messi sono esperti e volontari, ma anche cittadini qualunque. Il motivo è molto semplice. L'eventualità di individuare un frammento di meteorite può avere ricche conseguenze: a Kolang (Isola di Sumatra), Josua Hutagalung, costruttore di bare indonesiano, ha venduto per 1,8 milioni di dollari un pezzo di meteorite che, l'1 agosto 2020, gli era precipitato in casa.

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