Regione Lombardia

Pizzul: "Fontana commissariato da Salvini"

"Alla Giunta darei voto 4 per la gestione del Covid, sufficiente solo l’attenzione alle Rsa".

Pizzul: "Fontana commissariato da Salvini"
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Il Pd regionale lancia le stoccate: "Dati Covid dovuti ai comportamenti e non da fine pandemia. Fontana guardi avanti con Next Generation Ue". Il capogruppo del Partito democratico Fabio Pizzul interviene a tutto campo sui temi caldi che stanno alimentando il dibattito all’interno di opinione pubblica e Pirellone.

I temi caldi per Regione Lombardia

Uno su tutti la crisi sanitaria, tra vaccini antinfluenzali, Covid, territorio e inviti alla prudenza. Quindi le proposte per Bilancio di previsione 2021-2023 e montagna. Senza tralasciare la ricandidatura a Palazzo Marino di Beppe Sala, che lui stesso definisce l’uomo adatto per guidare Milano lungo il binario intrapreso da Roma e Bruxelles per la ripresa. Si tratta di Next Generation e pone al centro "transizione ecologica, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, attenzione alla salute dei cittadini, ma soprattutto capacità di guardare al futuro".

Intervista al Capogruppo Pizzul

Tutte visioni che lo stesso Pizzul fa proprie nella speranza, al contempo, di archiviare un annus horribilis, il 2020, funestato dalla pandemia Covid e pensando al bene più grande: il dono della relazione. Poi dà il voto alla Giunta Fontana: "Quattro per l’incapacità organizzativa di fronte alla pandemia. Salvo solo l’attenzione tardiva per le Rsa".

Covid in primo piano in questa fase di incertezza un po' su tutti i fronti. Lei giorni fa ha invitato alla prudenza in quanto in Lombardia i dati non sono da fine pandemia. È così?

"I dati non sono da fine pandemia e rischiano di essere condizionati dai comportamenti che i cittadini stanno avendo. Cittadini che comunque fanno solo e soltanto ciò che è consentito. Ma la prudenza rimane d’obbligo, altrimenti il rischio di una terza ondata è alle porte e rischieremmo di buttar via gli sforzi fatti finora. Rischieremmo di bruciare tutte le rinunce fatte dagli studenti delle scuole superiori, che per troppo tempo non hanno potuto frequentare in presenza, e dalle categorie dei servizi, tra cui turismo e impianti da sci che, se le cose si aggravassero, potrebbero non riprendersi più".

Quali raccomandazioni in vista della somministrazione dei vaccini anti Covid?

"La raccomandazione che facciamo è quella di non avere paura. Una volta autorizzato, il vaccino ha tutti i crismi di sicurezza ed efficacia necessari. La raccomandazione a Governo e Regione è quella del rigore rispetto alle procedure. Ciò che si dirà dovrà essere dimostrato da evidenze immediate".

Sul restituire centralità alla sanità di prossimità a che punto siamo?

"Siamo molto, molto indietro, tanto da sfiorare quasi l’anno zero. La sanità territoriale è il grande buco nero della Regione. Per anni si è pensato solo agli ospedali e la conseguenza è stata che i cittadini, non sapendo a chi rivolgersi, si sono riversati tutti negli ospedali. Va riprogettata da capo, per far sì che sia veramente vicina al cittadino".

Pure in merito ai vaccini antinfluenzali, invece, avete parlato di ritardo conclamato. Ritardi che sono sotto gli occhi di tutti.
Cosa si può fare affinché non si ripetano gli stessi errori col prossimo vaccino?

"Inizialmente ci avevano dato dei gufi, poi abbiamo visto veramente che i vaccini non sono arrivati. Le nostre erano istanze più che fondate. Il Pirellone ha pagato i vaccini contro l’influenza molto di più rispetto ad altre regioni. Il tentativo di recuperare terreno è stato ancora più imbarazzante. Una brutta pagina, quella appena scritta".

La Giunta regionale ha varato però una serie di indennizzi per le imprese e categorie più colpite dalla crisi. Il Pd regionale come ha visto queste iniezioni di denaro nel tessuto produttivo?

"In questo caso qualcosa è stato fatto. Regione Lombardia tuttavia è arrivata troppo tardi, solo a fine novembre. Mentre a livello governativo ci si è mossi molto prima. Il Pirellone ha utilizzato risorse sbloccate dal Governo. Gli indennizzi veri ammontano comunque a 50 milioni e non, come viene detto, 140. Il resto sono prestiti. Regione ha comunque fatto il minimo indispensabile".

Quali stoccate lanciate all’Esecutivo regionale rispetto al Bilancio di previsione che è stato approvato?

"Ciò che bisogna inserire a bilancio sono le priorità dettate dall’Europa attraverso Next Generation Ue. E intendiamo capitoli quali quelli della transizione ecologica, della digitalizzazione, della sostenibilità ambientale, dell’attenzione alla salute dei cittadini, ma soprattutto intendiamo la capacità di guardare al futuro, al contrario di quello che vuol fare la Giunta regionale".

Sempre l’economia col bilancio: avete lanciato tre proposte per la montagna. Quali?

"Sì, hanno a che fare con tre livelli. Bisogna infatti ragionare sulla sanità di montagna. Necessita di incentivi e medici di valore che accettino di prestare servizio proprio nei territori montani. Servono inoltre investimenti sulle prospettive infrastrutturali. Qui c’è bisogno di una nuova sostenibilità. Infine c’è da sbloccare l’arrivo delle risorse derivanti dalla presenza delle centrali idroelettriche, che a oggi non riescono a raggiungere i territori".

È contento per la ricandidatura di Beppe Sala a Palazzo Marino?

"Un’ottima notizia. Era tanto attesa quanto auspicata. L’attuale sindaco meneghino è la persona giusta per gestire una fase complicata come quella del post Covid. Ci vuole infatti innovazione, capacità di stare sui problemi e guardare a una dimensione internazionale. A Milano serve questo e Beppe Sala è in grado di offrirlo".

Abbiamo appena chiuso un anno difficile. Una pagella è comunque d’obbligo per Regione Lombardia...

"Darei voto 4. Ha dimostrato di non saper reggere all’urto del Covid. Non tanto dal punto di vista di coloro che hanno operato negli ospedali, a cui darei 10 con lode, ma da quello dell’incapacità organizzativa della Regione. Dove la promuoverei? È difficile per me trovare un voto che passi la sufficienza. Salverei l’attenzione alle Rsa, che hanno sofferto molto sul fronte pandemico, per cui a dicembre è arrivata una legge che riconosce loro economicamente l’operato svolto".

Negli ultimi giorni è arrivato l’atteso rimpasto di Giunta. Cosa ne pensa?

"Siamo di fronte a un vero e proprio commissariamento del presidente Fontana da parte del leader della Lega Salvini. Il presidente eletto dai cittadini si limita a prendere atto del fallimento della sua Giunta e deve subire l’arrivo di una figura di prestigio come quella di Letizia Moratti con il compito di raddrizzare una gestione sanitaria completamente fuori controllo. Non so come potrà continuare il cammino di una maggioranza sconfessata dal suo maggiore azionista: evidentemente Salvini, scegliendo tre assessori esterni, è convinto che, tra gli oltre 30 rappresentanti leghisti che fin qui hanno guidato la Regione in Giunta o in consiglio, non ci sia nessuno in grado di rilanciare la Lombardia. Ho l’impressione che in Regione ci aspettino tempi burrascosi che potrebbero anche portare a una fine anticipata della legislatura. Non sarà certo una figura di prestigio ma un po’ datata come quella della Moratti a far tornare a correre una Lombardia ferma per colpa di chi la guida".

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