Federlegnoarredo

Filiera legno-arredo chiude il 2021 a +14,1% sul 2019

Feltrin: "Caro materie prime, energia e crisi russa mettono a repentaglio la ripresa"

Filiera legno-arredo chiude il 2021 a +14,1% sul 2019
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È un +14,1 il numero che fotografa lo stato di salute della filiera del legno-arredo nel 2021 rispetto al 2019, con un fatturato alla produzione di oltre 49 miliardi di euro, contro i 43 del 2019. Positivo anche l’export della filiera: +20,6% la variazione sul 2020; +7,3% sul 2019 per un valore pari a oltre 18 miliardi di euro che supera, anche se di poco, i 17 del 2019, consolidando una ripresa delle esportazioni che pesano per oltre il 37% sull’intero settore. Volgendo lo sguardo al mercato italiano si registra una crescita del 18,5% rispetto al 2019 e del 28,9% sul 2020. A dirlo sono i Preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo. Dati che, dopo la flessione del 2020, certificano il ritorno, anzi il superamento dei livelli pre-covid del settore ma, il caro energia, la penuria di materie prime, i costi della logistica e dei trasporti rischiano di invertire il trend, già dai primi mesi del 2022. E i venti di guerra che soffiano dalla Russia non potranno far altro che aggravare una situazione che già cominciava a dare qualche segnale di malessere, non solo sul fronte dell’export ma anche per l’approvvigionamento di materia prima legnosa.

I timori della filiera del legno-arredo

Il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, ha così commentato i numeri, evidenziando la propria preoccupazione per la situazione attuale:

“Passare dal -9,1% del 2020 sul 2019, al +25,7% del 2021 sul 2020 per arrivare al risultato a doppia cifra del 2021 è indubbiamente un traguardo prestigioso che certifica come le imprese del legno-arredo abbiano saputo rispondere, meglio di altre, alla crisi degli ultimi due anni. E lo hanno fatto continuando a investire e innovare, interpretando con spirito costruttivo e positivo il dramma sanitario, sociale ed economico che ha colpito il mondo intero. Nonostante ciò ora prevale lo stato di criticità e di forte incertezza dovuto alla situazione congiunturale dei primi mesi del 2022. Siamo di fronte a un mix che rischia davvero di mettere il freno a mano alla ripresa del settore e dobbiamo saper mantenere la crescita ai livelli del 2021, confidando che, quanto prima, torni il sereno. Ad oggi non possiamo nasconderci dietro a un dito: i segnali negativi si fanno sentire anche nella nostra filiera. Le prime lavorazioni del legno, su cui l’incidenza del caro energia è molto impattante, sono state costrette a rivedere i listini e, in alcuni casi, anche a fermare la produzione per non lavorare in perdita. Adesso l’onda lunga si fa sentire anche sul resto della filiera e arriverà ben presto al consumatore finale. Fino ad oggi abbiamo messo in campo tutte le strategie per evitare che questo accadesse, ma se non cambieranno velocemente le condizioni esterne, non avremo altra scelta che aumentare i listini al pubblico con conseguente rischio di raffreddare la domanda”.

I settori più in crisi

Le nubi, intanto, continuano ad addensarsi su alcuni settori specifici della filiera del legno-arredo, uno su tutti il contract che risente più di altri di due fattori quali mobilità e turismo. Basti pensare che i dati Istat dicono che nei primi nove mesi del 2021 la presenza di clienti negli alberghi è calata del 44,3% mentre secondo le stime di Assaeroporti il traffico areo è ben lontano dai livelli pre-Covid tanto che gli aeroporti italiani chiudono il 2021 con 80,7 milioni di passeggeri (-58,8% sul 2019); particolarmente in sofferenza il traffico internazionale (-70,4% rispetto al 2019).

 “Il contract infatti dovrà aspettare almeno il 2023 se non il 2024, per tornare ai livelli pre-covid, anche se qualche spiraglio cominciava a vedersi, ma purtroppo è ancora molto debole Il settore segue dinamiche e programmazioni ben diverse rispetto al mercato destinato all’arredo domestico e chi lavora per gli hotel, per la crocieristica e per le catene commerciali continua a fare i conti con un rallentamento delle commesse. A compensare in parte questa dinamica è l’outdoor che ha dato forte impulso alla domanda arredi e allestimenti per esterni, sia da parte delle famiglie che da bar e ristoranti, grazie anche alla concessione gratuita dei plateatici. Preoccupano però le prospettive, tuttora negative, sulla ripresa del turismo, confermate dalle previsioni delle compagnie aeree, che fanno slittare addirittura al 2024 il ritorno alla normalità per gli spostamenti su lungo raggio. E anche in questo caso, quanto sta avvenendo alle porte di casa nostra non può farci dormire sonni tranquilli. Il rischio reale, se perdura questa situazione, è che le ricadute economiche della crisi non si limitino alla Russia e all’Ucraina ma che abbiano un’eco anche nel resto d’Europa”.

Indubbiamente migliori fino ad ora le performance del Macro sistema Arredamento e illuminazione, che da solo pesa per quasi tre quarti delle vendite estere totali della filiera e che chiude il 2021 con un +11% rispetto al 2019, con le vendite estero al +9,4% e quelle Italia al +12,8% per un valore complessivo di fatturato pari a oltre 26 miliardi di lire. (erano 23,5 nel 2019).

Spostando lo sguardo sul Macro Sistema Legno i preconsuntivi 2021 chiudono con un + 16,6% nel confronto sul 2019 e un fatturato di quasi 20 miliardi di euro (erano 17 nel 2019) e un +29,1% sul 2020.  Per quanto riguarda le vendite sul mercato italiano il settore si attesta a un +21,9% sul 2019 e a un +32% sul 2020. Analizzando l’export, che costituisce poco meno del 25% del fatturato complessivo, la variazione è del +2,5% sul 2019 e del +20,6% sul 2020. Risultano in crescita le esportazioni verso i principali Paesi: Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti, mentre risultano in crescita anche le importazioni da Austria, Germania e Cina.

I dati sull'export

Positivo l’export della filiera legno-arredo: +20,6% la variazione sul 2020; +7,3% sul 2019 per un valore pari a oltre 18 miliardi di euro che supera, anche se di poco, i 17 del 2019, consolidando una ripresa delle esportazioni che pesano per oltre il 37% sull’intero settore.

Dopo la crisi economica globale dei 2020, che ha colpito duramente il nostro Paese, il 2021 ha rappresentato un anno importante nel consolidamento di una ripresa a livello mondiale. Per l’Italia, ciò si è concretizzato in una rinvigorita dinamica delle esportazioni. La forte vivacità nel segmento dei prodotti del Sistema Casa di fascia alta di prezzo evidenzia uno scenario competitivo in grande mutamento a livello internazionale.

Tutti i primi 10 mercati sono in crescita e la Francia si conferma il primo Paese di esportazione per i prodotti della filiera e pur essendo ormai considerato un mercato maturo, le dimensioni dell’export Made in Italy e i tassi di crescita ne fanno uno sbocco commerciale che rimane, per molte imprese, promettente. Un presidio nel mercato francese si rivela pertanto strategico, tanto che, alcuni dei marchi più noti del Made in Italy hanno scelto di aprire nuovi punti vendita proprio in questo Paese. Spiccano per dinamicità i comparti area living, semilavorati per edilizia, tranciati, pannelli vari e segati di conifere e latifoglie temperate.

Il peso della Russia

Sull’export della filiera legno-arredo il peso del mercato russo è pari a 410 milioni di euro (dati aggiornati a novembre 2021) che nel 2019 era di 435, registrando quindi una diminuzione di circa 6 punti percentuali.

Il Macro sistema arredamento e illuminazione invece vale circa 340 milioni di euro che erano 361 nel 2019 con una diminuzione registrata anche in questo caso di circa 6 punti percentuali. Nella "classifica" dell'export del Macro Sistema arredamento la Russia è il 9 Paese, dietro a Cina, Spagna e Belgio. Per quanto riguarda le importazioni la filiera del legno-arredo pesa 136 milioni di euro, registrando un incremento rispetto al 2019 addirittura del 41,2% a dimostrazione soprattutto di quanta materia prima importiamo da questo Paese.

“Un dato che alla luce degli sviluppi geopolitici non può che farci alzare il livello di guardia, non soltanto per l’export dei nostri prodotti, ma anche per le importazioni di legnami: la Russia è un fornitore importante per la nostra filiera, che compra all'estero circa l'ottanta per cento del legno che poi lavora. Il ruolo della Russia è fondamentale per calmierare i prezzi: se blocca le vendite di legname, come aveva già iniziato a fare da gennaio questo farà schizzare, ancor di più, i prezzi verso l'alto. Paesi come la Cina, per esempio, sono disposti a pagare qualsiasi prezzo per importare legno e tutto questo arriverà a cascata sul consumatore finale e minerà la competitività delle nostre aziende che potrebbero trovarsi a gestire un corto circuito in cui non riescono a evadere gli ordini per la mancanza di materie prime e al tempo stesso sono soffocate dal caro energia che si sta già riversando sui listini dei prodotti finiti”.

Numeri ai quali va aggiunto un valore non direttamente misurabile che corrisponde ai consumi dei russi che vivono anche e soprattutto all’estero e che sono soliti acquistare prodotti del nostro Made in Italy prediligendo molto spesso la fascia di lusso.  È pertanto facilmente immaginabile che il blocco dei conti correnti dei russi avrà pesanti ricadute negative anche sul nostro settore.

La filiera del legno-arredo e il mercato italiano

Volgendo lo sguardo al mercato italiano i Preconsuntivi di FederlegnoArredo evidenziano una crescita dell’intera filiera del legno-arredo del 18,5% rispetto al 2019 e del 28,9% sul 2020, dovuta sia all’efficacia di agevolazioni fiscali quali ad esempio il bonus mobili, sia alla centralità che ha assunto la casa nella vita degli italiani. Basti pensare che, secondo l’ultimo rapporto della Camera dei Deputati sul recupero e la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio, la spesa per investimenti incentivati sarebbe stimata, in oltre 51,2 miliardi di euro per il 2021.

“Già dal mese di gennaio ci sono stati segni di rallentamento che rischiano di diventare ombre importanti se le cose non si ridimensioneranno entro il primo trimestre dell’anno. A questo poi si aggiungono gli stop and go sui bonus edilizi che, da traino per l’economia, sono diventati improvvisamente motivo del suo rallentamento e quindi a catena sul nostro settore. Non possiamo dire che il mercato si sia fermato, ma si è sicuramente irrigidito e spaventato dall’incertezza e dai continui cambi in corsa. La speranza è che essendo ancora all’inizio dell’anno e con le misure messe in atto dal Governo, il problema rientri presto e così il settore possa riuscire a cavalcare l’onda lunga dei risultati positivi del 2021. Inoltre c’è da chiedersi anche quanto i risultati positivi in termini di fatturato siano davvero dovuti a una maggior produzione o non siano piuttosto figli dell’aumento dei listini, e lo capiremo soltanto con i bilanci aziendali del 2021”.

Per valutare le variazioni registrate occorre infatti considerare che le vendite hanno subìto, soprattutto negli ultimi mesi del 2021 - e ci si attende che questo effetto si produrrà anche nel 2022 - un rialzo dei prezzi di listini per assorbire gli aumenti di materie prime ed energia. Ai forti rincari subìti da tutti i materiali ma anche dall’energia e dalla logistica, le imprese hanno dovuto fare fronte con aumenti in corsa dei propri listini, quasi sempre affiancati da una riduzione dei propri margini.

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