L'intervista

Cattaneo: lotta al cambiamento climatico in Lombardia

Dalla rivalutazione del ruolo delle Regioni nelle decisioni e nei negoziati internazionali ai provvedimenti presi da Regione, passando anche per i risultati e l'aumento di responsabilizzazione dei cittadini lombardi.

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Un tema caldo, non solo metaforicamente, quello del cambiamento climatico, anche a livello regionale. Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e al Clima di Regione Lombardia, ne ha affrontato le varie tematiche in vista anche della COP26 che si sta tenendo proprio in questi giorni.

I provvedimenti di Regione Lombardia

La richiesta di rivalutazione del ruolo delle Regioni nelle decisioni e nei negoziati internazionali; il piano “Energia, ambiente e clima” che porterà la Lombardia a ridurre di un terzo i suoi consumi elettrici entro il 2030; la collaborazione tra Regioni italiane ed europee al “Dialogue for climate action”; una mobilità elettrica ormai sdoganata e l’attuale impegno dei lombardi nel cambiare le loro abitudini per un mondo più ecologico; questi gli argomenti affrontati dall'assessore Cattaneo.

Regione Lombardia come si sta muovendo?

Recentemente abbiamo predisposto il nuovo piano di adattamento e nel piano regionale “Energia, ambiente e clima”, di cui ora stiamo facendo il percorso di approvazione, sono definiti gli obiettivi dei consumi energetici: da oggi al 2030 si prevede la riduzione di un terzo dei consumi di energia elettrica, con grandi interventi di efficientamento. Tenendo conto che la Lombardia ha livelli di consumi stabili da 20 anni, scendere di un terzo nei prossimi 10 anni sarà un’impresa molto consistente. Contemporaneamente dovremo raddoppiare la produzione da fonti rinnovabili per arrivare all’obiettivo intermedio del 32% di consumi energetici finali da fonti rinnovabili rispetto al 17% attuale.

Ad inizio ottobre c'è stato anche il "Dialogue for climate action", proprio sull'impegno delle Regioni in tema ambientale. Sono emersi obiettivi interessanti? 

È emerso un allineamento di alcuni impegni che a livello regionale stiamo assumendo anche scambiandoci consigli tra i vari territori. Noi abbiamo fatto un’analisi comparata delle leggi al momento esistenti in altre Regioni italiane e del mondo e abbiamo preso spunto dai provvedimenti che hanno avuto più successo. Abbiamo modalità analoghe di collaborazione con le Regioni su altri temi, per esempio, la qualità dell’aria ed è un aspetto che ritengo molto importante. Sono politiche che hanno bisogno di un percorso inclusivo e di decisioni che partano dal basso e non calate dall’alto: se non c’è il coinvolgimento dei territori e la capacità dei territori di mettere a terra queste politiche i risultati non arriveranno.

La mobilità sostenibile secondo Cattaneo

Di recente è stato presentato anche il progetto in collaborazione con E-Vai Car Sharing. Ci stiamo dirigendo verso una Lombardia più green anche per quanto riguarda la mobilità? 

E-Vai è stato un precursore: quando io ero assessore ai Trasporti ho voluto a tutti i costi E-Vai come primo esempio di car sharing elettrico, ed eravamo nel 2009. Quest’esperienza ha completato una filiera della mobilità a “emissioni 0” che le Ferrovie Nord praticano da un secolo e mezzo con i treni. Oggi abbiamo bisogno di ricucire il gap dell’ultimo miglio: il problema del treno è che se si abita distanti dalla stazione o l’ufficio è distante dalla stazione di arrivo non si è incentivati a usufruirne. L’integrazione tra forme di micromobilità elettrica come il car sharing può essere una soluzione efficace. Inoltre, il pacchetto di incentivi che abbiamo messo in atto quest’anno con due provvedimenti dal valore di 50 milioni di euro per la mobilità a “emissioni 0” privata e pubblica ha portato al raddoppio delle auto elettriche in Lombardia. Siamo ancora in numeri piccoli, ma è evidente che nella testa dei cittadini lombardi la mobilità elettrica è stata sdoganata.

Quanto i lombardi sentono la responsabilità di un cambio di abitudini? Dai privati, agli enti fino alle aziende e agli imprenditori, quanti stanno davvero agendo per cambiare le cose nel loro piccolo?

A me sembra che ci sia una consapevolezza crescente, che però deve crescere ancora di più. I segni che ho sono che le occasioni di confronto su questi temi negli ambiti più diversi sono ormai quotidiane. Quanto più cresce la consapevolezza e la partecipazione nella definizione di queste politiche, tanto più saranno efficaci. Un esempio è la raccolta differenziata: 25 anni fa in Lombardia l’80% dei rifiuti andava in discarica nel sacco nero e la raccolta differenziata riguardava poco più del 10% dei rifiuti; oggi in discarica con il sacco nero va lo 0,1% dei rifiuti mentre siamo al 72% di raccolta differenziata, di cui il 62% viene recuperato come materia, un 30% viene recuperato come energia e il resto è oggetto di trattamenti intermedi.

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